MATRIGNA
Patria ingrata che mi hai allattato,
e mi hai cresciuto nella speranza,
madre ingrata matrigna fredda e disperata,
mi hai abbandonato come si fa con uno straccio sporco
usato e poi gettato, mai accudito, lavato, stirato.
A cosa sono servito or mi chiedo,
cosa sono valse le mie battaglie,
il mio impegno, la vita stessa.
Madre matrigna egoista divoratrice di energie e di cuori
fredda calcolatrice, donna che non sa ascoltare,
tanto meno amare.
Non c'è fuoco nelle tue vene
non c'è passione nella tua anima.
Sei putrefatta, i vermi divorano la tua carne
priva di sentimenti.
Patria adorata, maltrattata, divorata
sei caduta nel fango per la troppa ingordigia,
sei scivolata nella melma e da lì non ti sei più rialzata.
Sporche le tue vesti, fradici i capelli una volta biondi
contornati dal fiocco tricolore ora sbiadito.
Matrigna, patria inesistente,
miscuglio di gente senza sogni
dove sei andata? ritornerai?.
Intanto attendendo il momento del tuo risveglio,
profugo errante fuggo da te con il dolore nel petto.
@ Mario Italo Fucile
Immagine da web
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