lunedì 22 dicembre 2014

A' FATICA ( il lavoro ), poesia rivista e corretta.



Mi trascino stancamente sul bordo del letto sgualcito
una lama di luce fende il buio della mia stanza
uno squarcio di vita sottile che con sforzo inaudito
alimenta la mia volontà
 insufficiente energia di futura speranza.

Il busto si erge trascinato dal peso di gambe inerti divaricate
lì fuori il buio svanisce nell’alba da poco risorta
le braccia sul bordo del letto sostengono paure già radicate
tenebre oscure per una mente da lungo tempo contorta.

Il capo traballa su un perno insicuro
un vaso ripieno di vuoti pensieri
nel petto si odono forti palpitazioni di cuore
battiti acuti e veloci
 spontanee reazioni agli umori più neri.

Aspetto paziente che passi il mio gelo e arrivi l’amore.

Amore per te per il mondo impazzito
amore per un lavoro che è quasi sparito
un senso di vuoto mi afferra l’addome
stringendo in un crampo la carne per un tempo infinito.

Sù riempi quel vuoto gridando al mondo intero quel nome:
“Cristo” ritorna ti prego in questo mondo ferito.

Sollevo a fatica le tende di morbida pelle
palpebre stanche,
sipari ormai chiusi su scene di vita dimenticata
vele rigonfie
 lucenti ciglia di seta una volta di certo più belle
e guardo con timor l’inizio dell’ imminente giornata.

Paura del mondo
 riflesso di specchio di vita ormai già passata
che ritorna minacciosa nel tempo presente
gelando distaccata i momenti sereni della giornata.
lungo tragitto di ore e minuti scanditi soltanto dalla mia mente.

Mi alzo a fatica, immagino una  triste giornata senza piacere
guardo nel letto la donna serena e dormiente
mi faccio coraggio, cosciente che in fondo è solo un dovere
penso a mio figlio alla vita trascorsa e al suo sorriso suadente.

La fatica che attende fuori dall’uscio in una nuova giornata
sparisce d’incanto, al solo pensiero degli amici più cari
amori presenti, affetti sinceri di una vita a me dedicata
allora il mio corpo diventa leggero
e i grigi pensieri sempre più rari.


© Mario Italo Fucile
Tutti i diritti riservati
Immagine da web








domenica 21 dicembre 2014

LA CORRIERA




LA CORRIERA ( rivista e corretta )


In piedi accalcati, o su un plastico sedile seduti
giovani studenti da profumo da spensieratezza accuditi,
procedono felici verso il futuro.
L’automezzo macina la strada asfaltata
striscia grigiastra e umida in un’uggiosa giornata. 

Gracchia la radio una vecchia canzone
sbircia l’autista nel brunir fra i vetri appannati
 il lungo tappeto grigiastro con precisa attenzione
 che si srotola all’infinito dinnanzi agli occhi assonnati!




Un urlo di disappunto esce rauco dalla sua gola
bloccando con autoritaria tendenza
di alcuni ragazzi  la giovanil irruenza.

 Spinge con toni  elevati e truce aspetto
 l’ammasso di corpi stipati nello spazio ristretto
verso il fondo del mezzo su vuoti sedili
occupati poche volte  da corpi senili.

Eppur, in questo frastuono, di tromboni e violini
 è facile udir squillanti risolini
vociar e i bisbigli di snelle ragazze
 che nell’orecchie parlan  d’amore
sorridendo non sol con le labbra
ma pure col cuore.

Gambe scompostamente appoggiate
a quelle del loro compagno aggrovigliate
 sembra ne vogliano rivendicare il possesso
mani e dita curiose si muovono celate da caldi indumenti
accarezzando curiose e giocose l’altrui  sesso.

 Esplorano nascoste da cartelle compiacenti
corpi di partner tesi per l’emozione
quanti nuovi amori nascono,
musiche  inebrianti di una nuove canzone
nel mondo colorito d’attuali adolescenti.

© Mario Italo Fucile
tutti i diritti riservati

immagine da web

venerdì 19 dicembre 2014

CARTA STRACCIA




Il vuoto ha sostituito i sentimenti
il cuore è scivolato in una busta di cuoio
che sul petto s'appoggia ma non prova emozioni
è freddo, è colmo, ma  non d'amore né di passioni
sol di vanagloria d'egoismo e di lurida carta

CARTA STRACCIA

fogli d'albero divelto per offendere la natura
foglie impregnate di simboli astratti senza valore
figure inanimate che hanno sparso potere
e con esso anche il terrore.

Carta riciclata, rigirata, rivoltata
sol dagli stolti veramente amata

CARTA STRACCIA

Vanitosi sostituti di affetti
ricerca disperata d' un inesistente valore
un proprio umano spessore che non si sente
l' arroganza della disistima  non mente 

Bastava una volta una stretta di mano
un'occhiata profonda che entrava nel cuore
gli affari servivan per condividere affetti
non per esaltare con calunnie i difetti.

CARTA STRACCIA

ha un posto prediletto
sull'altare di chi d'amore è in difetto
cartastraccia è il peso del niente
solo un vento che alza la sabbia
e acceca l'uomo, spezza la sua felicità
proviene dalle tenebre che sian d'occidente o d’oriente

CARTA STRACCIA

è il maledetto danaro creato dal nulla e per questo senza valore
è quello che subentra ai sentimenti più belli
emozioni  che aprono il cuore
nei secoli riconosciuti come veri ceselli

Getta quel portafoglio ricolmo di bile
apri oh uomo le braccia con un gesto d'onore
dona ciò che serve a questo mondo
che non è certo carta colorata, ma rispetto ed amore.

IL RESTO E' CARTA STRACCIA

©  Mario Italo Fucile
Tutti i diritti riservati

Immagine da web

martedì 16 dicembre 2014

SCRIVIAMO, SCRIVIAMO SEMPRE...



Scriviamo sempre,
 è un modo per non dimenticare
scriviamo di getto
scriviamo velocemente
così le parole saranno solo vere
quelle che non sono filtrate dalle paure
scriviamo con la mente ma anche con il cuore
Sì scriviamo e parliamo di tutto
quel tutto che alla fine ha un solo nome…

…Amore…

Ascoltiamo ciò che il ventre dice
l'altra nostra mente
ragioniamo senza pensare
scriviamo senza dettare
coloriamo di pastelli un foglio vuoto di sentimenti
riempiamolo di macchie
o di parole

Non importa cosa,
quando o il perché,
ma scriviamo e facciamo leggere ciò che di vero in noi c'è
senza timor alcuno
perché è questa la vera forza
la libertà di essere deboli
e camminare nudi senza vergogna
spogliandoci della diffidenza
e dell'ipocrisia
vesti bianche contaminate dalla sporcizia
che il lor candore smorza

Scriviamo, scriviamo oppur scrivete
ciò che è vero
o che giusto ritenete.


© Mario Italo Fucile
tutti i diritti riservati

giovedì 11 dicembre 2014

IL TEMPO PER CAMBIARE




Non c’è rancore ma sol rimpianto
non c’è dolor ma nostalgia
della soave voce tua , dei tuoi scritti
e del tuo amoroso canto.

Sei nel mio pensiero costantemente 
 per me nell'aire non sei svanita 
oh dolce spirito avvolto nel caldo manto
della passione impetuosa e così struggente.

Gira la  leggiadra tua figura 
fra gli oscuri meandri della mia mente,
alla  linfa che nelle mie vene scorre,
incatenata saldamente
 alimentando con cellule di ricordi
 il cuor e la mia vita.

Ho avvelenato col fiele amaro d'indifferenza
i pochi gioiosi momenti della tua esistenza
hai ascoltato  paziente e comprensiva la sofferenza mia
mentre la tua anima traboccava di soffocata malinconia.

Sordo egoismo non ha udito
grida lancinanti di solitudine e di dolore
che dal tuo petto si spandevano all’infinito
non t’ho saputo dar ciò che volevi
solo ascolto e un po’ d’amore,
non era molto ciò che tu chiedevi.


Saziarmi non posso dei cantici del cuor tuo
deliziar il mio pensier di brevi pause
nei versi, sì assordanti,
puntini che precedean parole anche angoscianti
sospese come minacciosi cirri in  ciel sereno.

Sol reminiscenze di felici sogni e sfocati incanti 
Or la tua agognata amicizia  è venuta meno.

Non è ferito orgoglio che rapporto aliena 
che impedisce alla mia tremante man 
di vergar su pergamena
una frase, delle lettere e ciò che nessun ignora 

…Io lo sai cara amica ti penso ancora…

Come angelo sulla mia spalla ti sei posata
per troppo poco tempo
poi sei scappata. 

Che sian liete per te queste giornate
sperando che comprenda  perché io scrivo,
che queste mie parole non siano da te dimenticate
 né con innocenza di cuor,
…. mal   interpretate….


© Mario Italo Fucile