mercoledì 30 luglio 2014

IL TRAVAGLIO





Piccoli pargoli innocenti,
anime pure
dolci e fragili cherubini
su raggi di luna discesi
vengono alla vita
tra materni tormenti.

Esseri gracili, secondo cuore
d’un corpo di donna dal ventre
rigonfio,
essenza fragrante  d’amore.

Legame che nutre dolcezza,
simbiosi di speranza che nuota
nel mare d’una passata passione.

Liquido amniotico,
bacino ricolmo di lacrime
 miscuglio di gioia,
di trepidante timore.

Alimento e protezione.

Assenza di suoni,
musiche melodiche,
vibrazioni d’amore,
 da piccole onde trasmesse,
cantilene da labbra di donna emanate.


Mani protettive sul ventre posate.
carezze di madre che attende,
nascenti angeli che donano luce
dopo lungo travaglio
 fra grida con difficoltà trattenute.

Un vagito rompe il sacro silenzio
È pianto di liberazione da ogni tormento
E’ nato il frutto d’un grande atto d’amore
Amplesso, strumento di passione
e di languido intensissimo ardore .

© Mario Italo Fucile


domenica 27 luglio 2014

MONTAGNE RUSSE



Passioni incontrollate
Corpi attorcigliati
Arti fra loro accartocciati,
corpi ignudi coperti di sudore

Braccia che si allungano
Dita che s’intrecciano
Bocche che si uniscono,
Gemiti nell’aria si disperdono
In echi che nel vuoto
fra pareti di velluto rimbombano

Suoni gutturali, voci sottili
Sospiri e gemiti e urla si rincorrono

Piacere incontrollato
Muscoli che si contorcono
Sussultano in un ballo cadenzato.
Scatti, sobbalzi, abbracci carezze
Gocce di sudore scivolano
lungo il viso e baciano il ventre.

Sembrano lacrime di gioia
Ma sono perle di goduria
In un altalenarsi di eccitazione
di morte e di controllo
Resistenze che cadono
Come vestiti stracciati
Da mani impazienti

In un saliscendi di sensazioni
Montagne russe
Che ti portano alle alienazioni
Della propria moralità
Finto perbenismo di questa società.

Amore, alibi per un gioco meraviglioso
Alti e bassi nell’eccitazione più intensa
In quel Paro giochi chiamato ardore.
Montagne Russe che struggono il cuore
Paure struggenti che hanno un sapore
Vertigini confuse grida perle di felicità
Scendono dagli occhi rigando di nero il volto.

Montagne russe come la nostra vita
Dall’alto al basso con estrema velocità.
E da giù a su con false e vere virtù.


©® by Mario Italo Fucile 

mercoledì 23 luglio 2014

LA STRISCIA DELLA MORTE





Luigina Scudiero

*°*  la striscia della morte

Sparisce all’orizzonte in un punto lontano,
Scompare nelle nuvole adagiate su ripiani di cielo.
Un cristallo nell’ampiezza sua, indefinito
da bagliori di luce accarezzato
Un percorso che in alto conduce
Verso un luogo a noi sconosciuto.

Cammino ai bordi di quel nastro d’asfalto
fettuccia color antracite,
che  ricorda polvere di morte
 d’elevate nefandezze  portatrice 
che una stella  dall’alto riversa
su arida terra d’un deserto infelice.

Liscia gradinata che va verso il sole
Che porta dove non arride sorriso
In cui candide anime si son rifugiate
rifuggendo da questo immenso squallore.

Miscuglio orrendo di sassi e cemento,
di morte, di sangue, di corpi straziati
di membra cosparse, carbonizzate.

Mamme, fantasmi vestiti di nero,
Si strappano i capelli
Versano lacrime amare
Abbracciano minuscoli corpi
D’ ematico liquido vestiti
 e di laceranti ferite abbelliti

Il verde di alberi una volta fioriti
per sempre è scomparso.
Resta il bianco del loro candore
Insieme di colori della bandiera
di questo popolo dalla terra  privato.

Un Davide che combatte una guerra già persa
In una carneficina che è tutta un orrore,
contro un Golia da corazza d’acciaio protetto,
solo con fionde,  grandissimo orgoglio
e immenso  dolore.


By Mario Italo Fucile 

lunedì 21 luglio 2014

ACQUA E FUOCO




By Bisserka Veliova 



Fiamme dell’inferno
Acqua di tempesta
Fuoco nella foresta

Tuoni fulmini d’amore
Cuori che s’infrangono
Sete che si abbevera
Nel nettare dell’amore

acqua e fuoco
indissolubili elementi
uno alimenta l’altro spegne
l’ardore e il desiderio
in un circolo vizioso
alle volte struggente altre  doloroso.

Fiamme che bruciano,
 che incendiano passioni
limpide acque
questo fuoco avvolgono
smorzando con tenerezza 
l’impellente l’ardore.

tenue fiammelle di argentei candelabri
su comodini posati
illuminano una notte di gemiti.
Candele
sui bordi di una vasca profumata
petali che galleggiano
in un piccolo lago artificiale.

In cui un delfino e una sirena si amano
Senza eguale

Acqua e fuoco che si baciano e si completano


Due elementi contrastanti,
 la nostra vita
Inferno e paradiso della passata esistenza
Acqua e fuoco
Incendi che hanno distrutto verdeggianti campi,

Fiori inceneriti dal suo arrogante calore
Mentre i fiumi e i ruscelli contrastavano
Il passaggio di sì bruciante dolore.

Scende dolce la pioggia, prima o poi
bagna  i prati gli arbusti, la foresta
in parte carbonizzati ,
spegne tizzoni incandescenti
un po’ della nostra vita se n’è andata.

Ma si sa le ceneri sono concime di
Nuova speranza, crea altra vita
Altri amori.

La battaglia fra le due stesse facce
dell’amore si rigenera, continua
in un perenne duello di completezza.

Acqua e fuoco tu ardi ed io ti spengo
Amore in un modo o nell’altro
Rimangono il tuo profumo e le mie tracce.

Acqua e fuoco……..perennemente

By © Mario Italo Fucile





sabato 19 luglio 2014

CAREZZA




                                                                                                                  
Luigina Scudiero

*°*  carezza


Due lacrime solcano il viso d’un uomo
scivolate dagli occhi senza alcuna vergogna,
incanalate in rughe profonde
hanno toccato le corde del cuore.

Sufficiente fu il tocco di una docile mano
Un conforto di una fata turchina
figura rara come quella divina
che sussurra solo parole d’amore.

E’ bastata una leggera carezza
Trasportata da volate di vento
Due parole, un nome soltanto
Son bastate a farmi contento.

Anagramma d’una parola al plurale
Sicuramente quella che nella vita  più vale

Un nome fra i più belli e struggenti
Che desidero anch’io imparar a donare
agli ambiziosi, ai nuovi egoisti
ai re con i piedi d’argilla,
ai poveri  ai malati e ai sofferenti.

Vedere vergato dalla sua penna quel nome
È stato come  sentirlo pronunciar con affetto
a differenza di un tempo remoto e lontano
nei miei sogni quel sussurro di madre,
con me cammina, afferrando la mia piccola mano.



© by AMORI Italo Fucile