Cammino veloce in vicoli
stretti
fra mura possenti, gradini
consunti
stanze spalancate alla vista distratta
di abitanti rassegnati e da
Dio maledetti.
IL Passo mio avanza
Lo sguardo si posa
su fanciulli sdraiati su
lerci divani di un’unica stanza.
I “Vasci” Ambienti comuni
sulle strisce di lava
affacciati
budelli oscuri e maledetti.
In alti e antichi palazzi
costretti.
Sul bordo, lungo i muri di
vecchia pietra segnata
lungo la pelle di sabbia dal
tempo scrostata
scorre in pendenza sul
selciato lucente
acqua fetida e puzzolente.
Schiuma malsana contiene.
Cocci di vetro e di stoviglie
cosparsi
Stracci di liquame imbevuti
Scarti putrefatti di cibo da
gatti arraffati
assieme di colori e d’odori
inusuali
quadro dalle forme e dai colori
surreali
Donne sformate nel corpo
dal seno sfatto dagli anni in
evidenza
della grazia d’un tempo son
rimaste ormai senza.
Discinte con tracce di
miseria nel corpo evidenti
sorrisi forzati mancanza di
denti
ricordi nella mente di
momenti sereni
alternati ad altri più
turbolenti.
Rapporti consumati negli
androni più bui
passioni soffocate a ridosso
di muri
finti gemiti di inesistente
piacere
solo nel petto presagi più
oscuri.
Bisogni di carne, mancanza
d’affetto
Necessità di danaro questo il
difetto.
Compagni lontani aggrappati a
inferriate scrostate
le hanno al lor destino
abbandonate
La striscia di cielo è
interrotta da fili fra balconi distesi
Stracci colorati pendenti
sorridono al mondo
Colori ed odori di città che
in ferite di morte
ha nel futuro segnata la
sorte.
© Mario Italo Fucile
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