Vedo
nell’abisso delle tue pupille
l’irrequietezza di un’anima
i suoi turbamenti
le nostalgie dei migliori
momenti della tua vita
luce riflessa di un passato felice.
Scorgo
dal tronco che fuoriesce dalla
fertile terra
la vera radice della sommersa
tristezza
la malinconia che appare
negli occhi riflessa
Osservo
Vasi sanguigni che s’immergono
nella profondità più assoluta
fra sassi, argilla strati di
melma
che drenando il tuo cuore
dalla gioia di vivere in
piena gaiezza.
Intuisco
Che la brillantezza che
appare
è solo una maschera che copre
un dolore
la voglia di vivere senza
paure
il desiderio di libertà e
modesto pudore
la delusione di non avere al
tuo fianco
chi riscaldi il ghiaccio
che si forma ad ogni pianto.
Accorro
Come attratto dalla tua vera
passione
allorché nel cuore i
sentimenti sono feriti
forse non è amore ma
compassione
desiderio di scavare con le unghie
per scoprire il groviglio di
profonde radici
liberandole da ciò che fa morire,
vecchi ciottoli e i nuovi detriti.
© Mario Italo Fucile
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