domenica 30 marzo 2014

GIULIETTA FIORE FRA I ROVI

                       

                                                                         
Certo, sei qui in questo momento, sei presente e ti sorrido.

Con il mio sguardo fisso teneramente i tuoi occhi, tenendo nel frattempo le tue fragili mani fra le mie impacciate e sudate, per la paura di poter rovinare le tue dita così sottili.

 Siamo ancora assieme Giulietta, forse la gente non lo sa, non può accorgersi che voliamo assieme come una coppia di magnifiche e variopinte farfalle dalle ali spezzate.

 E neppure può percepirci come due magnifici fiori, appena un po’ appassiti, avvinghiati per sempre fra loro in un abbraccio perenne, in una stretta tenace, dettata dalla forza della disperazione e dalla conoscenza del proprio corpo.

Ma più di esso delle proprie intime esigenze.

 Certo Giulietta, siamo due fiori cresciuti per caso fra i rovi, fra le rovine di edifici pericolanti, macerie di pietre poste malamente da artigiani inesperti anche se volonterosi.

 Un edificio mal progettato, le cui mura di grezza pietra, sono state erette su una superficie dissestata, senza che alla base ci fossero solide fondamenta rappresentate, nella tua vita, da fondamenta di serena armonia familiare e cementata dall’agglomerato dell’amore.

Unico e vero elemento aggregante e resistente alle intemperie dell’esistenza

 Ora odo la tromba che suona mesta il silenzio. Devo andare, ti saluto, ma non per sempre. Tornerò a trovarti, spaziando ancora con la memoria per rivivere, assieme alla tua incantevole figura, attimi sereni della mia giovinezza.

© Mario Fucile




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