Certo, sei qui in questo momento, sei presente e ti sorrido.
Con il mio sguardo fisso teneramente i tuoi occhi, tenendo nel
frattempo le tue fragili mani fra le mie impacciate e sudate, per la paura di
poter rovinare le tue dita così sottili.
Siamo ancora assieme Giulietta,
forse la gente non lo sa, non può accorgersi che voliamo assieme come una
coppia di magnifiche e variopinte farfalle dalle ali spezzate.
E neppure può percepirci
come due magnifici fiori, appena un po’ appassiti, avvinghiati per sempre fra
loro in un abbraccio perenne, in una stretta tenace, dettata dalla forza della
disperazione e dalla conoscenza del proprio corpo.
Ma più di esso delle proprie intime esigenze.
Certo Giulietta, siamo
due fiori cresciuti per caso fra i rovi, fra le rovine di edifici pericolanti,
macerie di pietre poste malamente da artigiani inesperti anche se volonterosi.
Un edificio mal
progettato, le cui mura di grezza pietra, sono state erette su una superficie
dissestata, senza che alla base ci fossero solide fondamenta rappresentate,
nella tua vita, da fondamenta di serena armonia familiare e cementata
dall’agglomerato dell’amore.
Unico e vero
elemento aggregante e resistente alle intemperie dell’esistenza
Ora odo la tromba che
suona mesta il silenzio. Devo andare, ti saluto, ma non per sempre. Tornerò a
trovarti, spaziando ancora con la memoria per rivivere, assieme alla tua
incantevole figura, attimi sereni della mia giovinezza.
© Mario Fucile
© Mario Fucile
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