Sei luce che fende la nebbia
lama di speranza illuminata
sei mano tesa per donare salvezza
ad un profugo che arranca nell'acqua agitata
In tempestosi flutti di mare
movimenti
dell'anima
tormenti di mente e di cuore
ansie passate, freddo, buio assoluto
e mancanza d'amore.
Sei faro saldamente cementato alle rocce
che resiste a burrasche e a fortunali
a folate di vento, a maestrali
Torre con occhio attento e paziente
indichi ai naufraghi la via della speranza
l'approdo sicuro, il porto vicino
il calore d'un focolare al centro d' una misera stanza
la sicurezza e la pace imminente della famiglia
odore di cibo di donna e del tuo caro bambino.
Arranco aggrappato ad un tronco
nuoto annaspando in questo gelido mondo
guardando con occhi velati di pianto
quella luce lontana quel faro incandescente e
rotondo
Raggio e soffusa carezza
che avvolge l'anima mia di gioia e certezza
scaldando d'amore il mio cuore e il mio corpo
tendendomi la sua luminosissima mano.
La pelle delle mie membra da sale raggrinzita
or si stende, s'ammorbidisce, si stira
digrignar di denti non s’ode
naufrago d'amore da sole artificiale baciato
che come quello vero ti sfiora, non ti ferisce
anche se ancora un piccolo tarlo la mente corrode
© Mario Italo Fucile
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