Lingue d’un fuoco notturno
tremolanti,
circondavano con il loro alone rossastro
una figura sottile,
un’ombra che si stagliava
come fosse una marionetta che
evidenziava
i suoi movimenti dietro uno
schermo bianco
opacizzato in un teatro buio
pavimentato d’asfalto.
Su un marciapiede un angelo
della notte
attendeva i suoi clienti, persone mai conosciute
affamate di carne fresca, famelici
e immorali
consumatori finali.
Lucciole della notte sono
chiamate,
Ma sono stelle cadute dal
cielo
E dalla vita vissuta
folgorate.
Schiavitù, brutture soprusi e
illusioni,
le hanno condotte verso u'inferno
da cui forse nessuno le
salverà.
Nemmeno se esiste colui che,come dicono,
è chiamato Il Padreterno.
Sì, stelle che nel cuore
hanno subito le peggiori nefandezze,
usate vendute dal genitore,
illuse da mascalzoni profumati ed eleganti
pieni di soldi, servi di
nefandi regnanti.
Ma sono donne che hanno solo subito
che amano in modo diverso, in
modo malato.
C’è in loro più amore, più
voglia di soddisfare
per ricevere un po’ di quell’amore in gioventù negato
Donne a cui è stato insegnato
l’ardore
Come fosse amore da subire passivamente
Che si potesse gioire solo
così, con la violenza.
Non è una colpa, è un diverso
modo di concepire.
E nessuno di noi mai, dico
mai, potrà giudicare
È forse un modo più intenso e
di verso di amare.
Angeli della notte, lucciole che rischiarano il buio
Di questo mondo oscuro, tanto crudele e immaturo.
Vittime di chi le avrebbe
dovuto accudire
ma che nella tenera età le
hanno fatte morire.
®© Mario Italo Fucile
tutti i diritti riservati
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