La pace è serenità dell’anima
è condivisione con l’Io dell’unico
amore
quello per sé stessi da cercar
nella parte più intima
lì fra le pieghe recondite del cuore.
Non è necessità,
non è precarietà
esclusivamente serenità,
non certo felicità.
La pace è annullamento dell’eccitazione
d’ogni recondito compulsivo bisogno
è dalla memoria delle illusioni
la cancellazione
trasformandole, questo sì, in
un magnifico sogno.
Serenità vuol dire non aver necessità
alcuna
vivere solo d’ aria di cibo e
di sole
di natura e anche di tanta preghiera
perché è la speranza che
illumina il buio della notte
in quei momenti in cui più non
si spera.
Consideriamo Dio o l’universo
la natura stessa o un
qualsiasi credo
come la magica lampada di
Aladino
che si accende all’albeggiar
d’ogni mattino
e si spegne come stoppino
consunto
all’imbrunire allorché si fa
sera.
Serenità è scrollarsi la
pioggia dalle spalle
accettandola come parte della
nostra esistenza
mettere esigenze o desideri
in quiescenza
guardando dall’alto di un’incontaminata
vetta
il cielo limpido che avvolge la
valle
girando a ciò che ci offende,
con garbo, le spalle.
© Mario Italo Fucile
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