venerdì 20 marzo 2015

RELITTI UMANI


Carne ammassata su legni insicuri
Membra di donne e di uomini
Nella disperazione accomunati
Giovani o vecchi tutti dannati.

Fuggono dall’inferno di aridi deserti
Scappano da guerre o da terre ferite
Rigate di sangue di corpi ammucchiati
Di lacrime amare di bimbi piangenti.

nella notte più buia
 illuminata sol dal chiaror della luna
cercano salvezza non certo fortuna
strazianti i pianti per i loro cari
inabissatisi nei fondali  dei nostri mari.

Umili servi del terzo millennio
incatenati a ceppi di legno
che remano con la forza dei sogni
verso l’illusione che invece è averno

Schiavi attuali d'un mondo d'affari
gridano rauchi il nome dei cari
ora sereni adagiati dormienti
sui rocciosi fondali dei nostri mari.

Gabbie d’acciaio son le dimore
freddi getti di idranti feriscono il cuore
lì fra le mura di vere prigioni
dove il cielo è nero come il loro pensiero.

Nazione incivile, giochi perversi
creano un movimento di morti  diversi
fantasmi viventi che piangon le genti
coloro che sono per sempre spariti
divorati da pescecani e umani serpenti.

© Mario Italo Fucile 

Nessun commento:

Posta un commento