In cielo due ombre scure si stagliavano nel cerchio
di un disco brillante.
emetteva una luce abbagliante
che accecava chiunque volesse osservare
quelle
strane forme
galleggianti nell'aria in un ritmo danzante.
Planavano in modo ambiguo all’apparenza molto
diverso.
come se non avessero avuto come insegnante,
lo stesso maestro
una di candido colore bianco, scivolava dolcemente
padrona dell'universo
il compagno la seguiva impacciato
sbatteva le ali in modo maldestro.
Solo guardando attentamente il loro colore
spariva a
chi le osservasse ogni stupore.
Una era nera come il carbone,
era il
maschio nel corpo scomposto
l’altra, un angelo ricoperto di candide piume.
Sul petto dal cuor fuoriusciva una luce
intensissima
non certo di
un lume.
Vi era fra loro,
grande complicità, un forte intendimento
guardandoli avvinghiarsi in cielo in tenere plumbee
carezze
nessuno avrebbe mai pensato ad un loro futuro
allontanamento.
e neppure a diversità fisiche
che al mondo
possan sembrare stranezze.
ognuno era nato in un nido diverso,
uno fatto d' asciutti steli di soffice erba
e l'altro di lignei intrecci di arbusti,
colmi di spine e di canna di fiume ancora acerba.
Ecco perchè non riuscivano a cantare e ad amarsi
all'unisono
il loro linguaggio d'amore stonato,
forzò il
loro abbandono
si sa che ognuno ama il suo pari,
e che si allontana da chi non impari.
Questa è la storia di uno scuro piccione,
per
dannazione nato da una nera covata
che s'illuse di fare breccia nel cuore
di una
bianca colomba
in una tiepida giornata.
© Mario Italo Fucile
Immagine da Web
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