domenica 3 agosto 2014

LA FATICA D'ESSERE DONNA







*°* la fatica d’essere donna

Madre afferra fra le braccia
un bambino infagottato.
Ampi vestiti rattoppati
coprono il suo corpo
dal patimento deformato.

La grazia d'un passato remoto
è oramai da tempo svanita,
un velo di tristezza
accompagna al suo posto la vita.

Lo accarezza sulla fronte,
con un dolce sguardo lo fissa,
sul volto adombrato uno strano sorriso,
due segni ai lati della bocca una volta carnosa,
 solcheranno per sempre il suo viso.

E' diversa da quando felice rideva
come  angelo fra le nuvole in paradiso,
anni lontani da tempo passati,
giorni sereni da innamorati.

Or di quei momenti un ricordo confuso,
di dipendenze  psicologiche,
vere o false  droghe
sofferenze e tribolazioni, ha iniziato a far uso.

Incomunicabilità di coppia,
problemi reali,
quel  gioioso patto d’amore han reso vano.
Il ricordo dell’ intensa sua gioia
è oramai così lontano.

Falsi galantuomini
 han disconosciuto il vero amore
lo hanno bruciato come cerini.
li han spenti con una folata di vento
in un rapporto frettoloso e fugace
consumato in un tormentato momento.

Rivoli di notturne lacrime amare
solcano gli occhi di donne lasciate.
Occhiaie profonde, segni di notti insonni,
di sofferenza interiore che affiorano
nelle ore più disparate .

Fragile essere divino da tutti abbandonata.

Hai riposto il pargolo tuo nel solitario giaciglio,
hai baciato il suo viso, la  minuscola fronte,
e or che ti siedi in un angolo di quella piccola stanza
il nodo che hai in gola si scioglie
e non ti lascia alcuna speranza.

Un torrente in piena di lacrime
abbandona il letto della disperazione
straripa dagli argini fragili dell’anima tua 
si riversa sulla pelle aggrinzita
non dall’età ma dalla fatica.

Stringi i denti e vai avanti o donna
Sopporta con coraggio questi tempi dannati,
 c’è chi ti osserva e ti protegge, è la Madonna
madre dei giusti e degli abbandonati.


© Mario Italo Fucile

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