Oh luna che con il tuo acerbo
candore
di vergine pianeta,
con la tua luce diffusa,
vergognosa e arrossendo, illumini
Forme aggraziate di giovani
amanti
avvinghiati come naufraghi
alla scialuppa dell’Eros più
silenzioso
del frinire delle cicale.
Alla deriva
Fra i fili di verdeggiante
natura,
verde mare mosso dalla brezza
che sfiora e asciuga d’amor
ogni goccia.
Perle di luccicante sudore,
liquido benedetto,
distribuito come nettare divino
sulla pelle accalorata e
fremente
dalla mano sapiente del firmamento.
Si Luna il sole s’è eclissato.
Troppo forte la sua luce,
Troppo intensa e sfacciata.
Solo tu sei degna di vegliare
Con paziente discrezione
su un atto di sì grande
devozione,
inno al volere di chi ci ha
creato.
Luna che come sfera d’elio
rigonfia
galleggi nell’aria,
trattenuta da un filo
invisibile
che appare solo agli occhi di
chi ama.
Bambini innocenti che giocano
Con i loro corpi da desiderio
scolpiti,
puri nel cuore e nell’anima.
Boccia di limpido cristallo
Indistruttibile nel tempo
Inavvicinabile eppur a noi sì
vicina
Sei Venere Vestita di luce,
Sei Afrodite che accende ardore,
degli innamorati sei la Dea
cinta da una corolla di fiori
luci nel cielo notturno vaganti.
Stelle
Ancelle che spalmano sul tuo
corpo
balsamo di tenerezza odoroso
e finissima cipria per coprir
il tuo appariscente rossore.
© by Mario Italo Fucile
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