lunedì 25 agosto 2014

LA SPOSA IN BIANCO


 


Non v’era alcuna discordanza   
Fra il color  del tuo sorriso
specchio che la felicità del cuore  rifletteva,
Il bouquet di merletto o i guanti attillati
e il vestito di lucido raso.

Tutto era d’un disarmante candore,
angelico colore dell’anima,
del pudore di giovane donna
che correva  gioiosa verso l’amore.

Il velo cadeva lungo le spalle
ricoprendo sol parzialmente
 la schiena tua vellutata
dolce vallata incantata.

Apriva un varco fra i petali di rosa
Sparsi sul suolo di pietra rigata
di lacrime di somma letizia
ma anche di pianto e mestizia
di tutti coloro che ti avevano amata

Un padre affranto,
 col volto allegro sol in apparenza,
falsa maschera di convenienza
mentre in realtà soffocava il suo pianto.

Petali di fiore in tiepida serra coltivati
anch’essi da gocce di  speranza lavati
biancheggianti  conchiglie di seta
con  inebrianti profumi ,
riempivano
ogni spazio di quella minuscola chiesa.

Profumo di gioia
un giorno per tutti speciale
Il sole ridente rompeva la noia
C’era festa nel piccolo borgo
La gente rideva danzando,
si deliziava mangiando

Ma un dubbio profondo
squarciava il petto del povero uomo
sapeva che lo sposo non era un galantuomo,
che la figlia avrebbe sofferto,
che il nuovo sentimento sarebbe stato diverso.

Lasciava scivolare dalle sue mani per sempre quel fiore
La sua piccola bambina
Il suo minuscolo grandissimo amore.

Lo affidava ad uno sconosciuto di cui s’era invaghita
Il padre aveva capito
che si sarebbe, per l’esistenza pentita.

Diede un bacio sulla rosea guancia
Di quella bellissima figlia
Unico angelo della famiglia
Aspettò pazientemente che si allontanasse,
si girò , appoggiò la fronte ad una colonna
rilasciò dell’addome i muscoli contratti
consentì che nel petto suo e il cuor,
ad uno struggente pianto si abbandonasse.


©  by Mario Italo Fucile




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