Un leggero velo di nebbia impedisce il passaggio di luce,
Il paesaggio sembra del tutto svanito nell'ombra .
Cammino silenzioso con lo sguardo abbassato e un po' truce,
C'è qualcosa che non torna e il mio volto s'adombra.
Guardo il cielo confuso, leggermente imbronciato.
I miei passi affrontano veloci la terra battuta.
Rami sottili si susseguono sul terreno da me calpestato.
Mentre l'oscurità tenebrosa non è ancora caduta.
La luna lontana sembra cullarsi felice nel vento
le alte fronde si agitano nervose nell'aria
di certo dal fitto brusio che è tutto un commento
si eleva una flebile voce decisa e solitaria.
Si muovono le foglie nell'aria, tremanti e poco gioiose.
Gridano sommesse frasi dettate dal cuore
Fissate precariamente ad un filo che osservano paurose,
picciolo sottile che ancora le lega all'amore.
Si spostano congiunte sospinte dalla brezza serale
mentre implorando, si abbracciano tremanti.
Rassegnate svolazzano impaurite nel giro infernale.
Sognando la vita passata in rosei tramonti.
Cadendo , osservano le sorelle per sempre perdute.
Giacenti in un mucchio scomposto di corpi rigidi ed inerti
la vita sfugge loro come per quelle in terra cadute
e forse per ciò i miei passi son divenuti or ora più incerti.
®© Mario Italo Fucile
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