Disteso guardo il
soffitto, su una branda in parte disfatta,
i miei vitrei occhi fissano
astratti la soletta in alto scrostata
solo in parte ancora
imbiancata.
Il mozzicone di sigaretta ormai
consumato,
brucia la mia mano incallita
inspiro avidamente la droga dolciastra
che con inganno accorcia la vita
eppure esisteva un tempo in
cui ero fiero e stimato,
un periodo passato, dimenticato.
un periodo passato, dimenticato.
Espello con forza dalle
labbra macchiate il residuo di nebbie dall’amaro sapore,
nella luce diffusa fra le
mura di quel vano, trascurato e insicuro,
una strana figura si materializza, vi scorgo il passato mio amore.
una strana figura si materializza, vi scorgo il passato mio amore.
Uno stupendo volto di donna mi
appare e due occhi lucenti nel chiaroscuro.
Linee del volto a me tanto care, uno sguardo ammiccante,
la bocca carnosa, il suo
profumo di fragrante sapone,
Il corpo voluttuoso, in apparenza, al mio sguardo si espone.
Con un sobbalzo mi sollevo
dal letto,
e afferro quel volto luminoso e radioso,
e afferro quel volto luminoso e radioso,
Nelle mie mani resta solo
dell’aria polverosa
che odora di muffa.
che odora di muffa.
Era solo una bella ripetuta illusione.
La mente e il mio cuore, nella
solitaria notte,
da sempre hanno fatto baruffa.
da sempre hanno fatto baruffa.
© Mario Fucile
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