sabato 19 aprile 2014

LA VELA CHE NAVIGA VERSO UN CUORE



Attendevi da giovane fanciulla, un principe che ti portasse lontano,
nel posto a te più congegnale e sicuro,
Fra gli elementi che più ami e dei quali hai avuto sin da bambina.
Estremo interesse, uno spazio vitale per un sentimento ancor puro.
Piccolo angelo, calpestavi con i tuoi minuscoli piedi, la sabbia fine della banchina.

Raccoglievi curiosa, ogni piccolo strano sconosciuto irresistibile oggetto,
Una conchiglia, un mollusco, un minuscolo pezzo di legno
Trascinato sulla riva del mare, come d’amor suo delizioso pegno.
Lo raccoglievi curiosa con amore incantato, senza sospetto.

Nei rotondeggianti grandissimi occhi, quello strano mondo, stupendo appariva. 
Non nascondendo ad alcuno il tuo grandissimo e felice stupore.
La luce del sole abbagliante, con un’ombra appena accennata e gentile,
Alle tue spalle una forma color del tramonto formava.
Candide silicee sfere, microscopici granelli di sabbia mostravano la forma di un  piccolo angelo adagiato sull’arenile.

Mani veloci e sicure costruivano grandi o piccoli oggetti di fattura diversa e assai strana.
Quelle di un cuore rigonfio d’innocuo amore o di un castello da principessa.
Un castello fragile e insicuro come struttura ma inconsciamente ricordo d’un epoca felice, non tanto lontana
La consapevolezza che la carezza di cui si avvaleva, non era quella di una fragile giovinetta, ma di una minuta leonessa.

Passarono anni e su quella spiaggia si formarono altri modelli.
Architetture complesse, dovute più che al paziente lavoro,
delle mani di una deliziosa bambina .

Da giochi di adulti, rincorse fra i flutti, sorrisi compiaciuti, risate che s’innalzavano verso il sole ammiccante.
Mani che si afferravano con forza, capelli svolazzanti nel vento lisci, liberi di ondeggiare o raccolti sul capo da dei nastri legati.

Nella finissima sabbia, ricoperta da microscopiche lamine d’oro,
 Rimanevano di giorno i calchi dei corpi di giovani amanti eleganti e maturi.
Ignudi corpi intrecciati maschili e femminili ondulanti segni sicuri.
 Di molteplici note intonate emesse con ardore da un coro.

Caotiche forme segnavano i momenti appassionanti d’interminabili ardori,
Consumati sotto il cielo stellato contornato da lucenti monili.
Baci appassionate carezze languidi gemiti e anche sudori.
profumi intensi di fiori emessi da celestiali corpi femminili.

Il mare cancellò con la burrasca della vita ogni segno all’apparenza felice.
I ricordi passati più belli, i sogni, ogni pensiero sereno di quando t’illudi.
Ora sei sola, passeggi sulla spiaggia, ricordo d’una ’acclamata splendida attrice
Cammini mesta e solitaria dalle fattezze dolci e dai modi alle volte sì rudi.

Aspetti che una nuova imbarcazione giunga dal mare e cancelli in te...
….Quell’irresistibile provvisorio tormento…...
Quella barca che tanto brami, arriverà velocemente, senza violenza di vento,
Con la calma di una calda tenera carezza, una soave brezza marina.
Sarà un legno cullato dalle onde, si adagerà, al fianco della sua nuova regina.

Su questo legno ci salirà una vela vestita di seta di tenui colori adornata.
Quel drappo di preziosa stoffa, sarà lei che guiderà questo natante maturo.
e sincero nel mare calmo o mosso dal vento in una brutta giornata.

Prendendo il largo, ove solo le sirene possano ascoltare i gemiti e i canti nel cielo nel buio più oscuro.
Una volta illuminata però da diamanti travestiti da astri eleganti.
Da luminose costellazioni di stelle che apriranno con la luce finalmente quel muro.
Mentre la luna osserverà un nuovo amore sereno fra due individui che saranno per sempre un essere intero anziché due semplici amanti.

®© Mario Italo Fucile






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