Che
piangere; un versamento di dolore e di lacrime,
Che
ridere;, una luce dell’anima, una finestra che si spalanca al mondo,
Che amare;
il desiderio di appropriarsi dell’altrui corpo e gioire dei propri sentimenti.
Che apprendere;,
illudersi di colmare un vuoto infinito con un granello di vano orgoglio
Che soffrire;,
un’inutile resistenza al destino, da altre forze già programmato.
Che
gioire; un’illusione di qualche attimo di speranza.
Che di
pazienza la percezione d’impotenza dell’essere umano
Che di
lussuria; paura di non aver tempo per godere.
Che di
avidità; l’effimero convincimento di sicurezza.
Che di
potere; il desiderio di sfuggire al richiamo della natura.
Che
d’invidia l’incapacità d’accettare i propri limiti.
Che
tradire; soffocare per un attimo la propria coscienza per sbagliare di nuovo.
Che
odiare; uccidere col pensiero la parte di sé che non si ama.
Che di
terrore; la coscienza di non poter gestire gli eventi.
Che di
disperazione; l’incapacità di accettare l’inevitabile.
Che di
fantasia; illudersi di cambiare le cose per renderle come si vuole.
®© Mario
Italo Fucile
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