lunedì 28 aprile 2014

L'ARENA E L'ULTIMO FIORE




Torero, temerario sfidante,
in abito di seta di sfavillanti colori, fasciato
assapora già nel suo cuore,
suoni di squilli vittoriosi e di gioioso clamore
ma l’animo suo è assai preoccupato

Sbircia il matador, con aria ammirata,
la folla che applaude orgogliosa,
nella mano ha un bocciolo rosso,
segno di morte ma anche d’amore
lo getta fra gli spalti vicini,
non è un fiore comune, è una magnifica rosa

Una donna dal viso ridente baciato dal sole
capelli corvini, al volo l’afferra 
la stringe al suo cuore
l’adagia fra i seni prominenti,
vellutato regalo per il sicur vincitore.

 Il viso asciutto dell’uomo,
dal sole andaluso  del tutto abbronzato
scruta con professionale attenzione
quel grosso animale infuriato

Rivolge il toreador alla sua bella
l’ ultimo passionale suo sguardo,
sprezzante del pericolo a cui volge la spalla
 senza alcuno riguardo.

L’animale ferito nel corpo e nell’anima,
da un acuminato dardo, nel dorso infilzato,
si ribella all’inumana ingiustizia,
incorna con furia violenta l'esile corpo
 del coraggioso innamorato.

Sul terreno resta una macchia rossastra
dalla strana forma di rosa
è ciò che resta del suo coraggio
l’ultimo dono per la sua sposa.


© Mario Italo Fucile
Tutti i diritti riservati


2 commenti:

  1. Francamente, Mario, questo scritto non mi è piaciuto tantissimo nella forma, a parte in alcuni momenti, devo dirti però che il contenuto l'ho apprezzato molto, Complimenti!

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