Mi sei comparsa all’improvviso come compare una
fata
dal vestito turchino e dai bellissimi occhi neri.
Stupende e preziose perle tratte dagli abissi più
profondi degli oceani.
Scintillanti gioielli che emettono una luce
intensa, particolare.
Una fossetta sulla tua guancia, una conca dorata
fra dolci colline adornate di rosea cipria ambrata
Una dolce cavità che ti porti da una vita sofferente.
Che cela però una grande angoscia interiore,
o una ferita rimarginata in modo non indolore
e che si
distingueva in modo evidente
Quando le tue labbra carnose si aprivano in un
dolce sorriso.
Sì un’immagine sublime, uno sguardo che esprimeva,
Senza profferir parola un intenso desiderio, un
giuramento.
Un’occhiata provocatoria, penetrante, un bisogno interiore,
senza alcun pentimento.
Un urlo languido e nel frattempo lancinante,
non serve essere un mago per capire quanto
amore
Ci sia nel tuo sguardo e nel tuo cuore.
e quanto tutto ciò per te sia importante.
Quanti sogni infranti, quante delusioni
Un cuore che non piange all'apparenza,
ma che versa una lacrima amara perché
di questo
sentimento si sente senza.
Solo per il troppo amore, figlia dei non
amati
lo cerchi in ognuno, in ogni essere, in ogni dove,
in modi disperati.
Donna che ama molto, e troppo, per la tua grande
sensibilità,
sfruttata e umiliata, da un mondo cinico e
abbietto,
che confonde il troppo amore con facile
disponibilità
e immorale concezione del corpo come oggetto.
Il desiderio di affetto lo scambiano con superficialità.
Persone che fanno presto a giudicare, ad
approfittare.
dell'altrui fragilità,
che confondono il tuo bisogno intenso di amore
col desio di ricevere solo passione ed ardore.
Donne che nelle loro famiglie sono state abituate
solo a ubbidire,
a far da schiava e a quell'estraneo, incontrato per
caso, a dare se stesse,
senza mai reagire.
Con l’illusione nel loro cuore di trovare quello
che non hanno mai trovato,,
IL VERO AMORE
Quello per se stesse, senza aver padrone alcuno da
dover servire,
Siete degli angeli su questa terra, donne che amano
troppo.
Ma come i cherubini siete fragili, inermi, infelici
e incapaci d’agire.
Vi blocca la responsabilità,
che come zavorra v’impedisce di correre verso la
felicità.
E i vostri occhi neri, così come il carbone
estratto dalle miniere della Sardegna,
indicano l’abisso di un inferno oscuro e
pernicioso,
le gocce che scivolano sulle vostre guance
rigandole di nero,
mettono in evidenza un vuoto interiore che non può
essere mai colmato.
Se non da voi stesse in questo mondo in cui ognuno
si sente abbandonato.
Con un nobile sentimento, un metallo prezioso e
dorato
Elemento impalpabile, sogno impareggiabile,
quello d’essere per sempre l'oggetto
di un
costante affetto
duraturo, sereno e incondizionato.
@© Mario Italo Fucile
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