Sotto un albero verdeggiante, su una vecchia panchina
Lignea , dalla struttura ormai arrugginita seduti,
Parlavamo fra noi senza profferir parola alcuna.
Un colloquio fatto solo di gesti nemmeno di suoni
Ma di sguardi prolungati profondi ed eloquenti.
Il profumo di viole che aleggiava sul volto amaranto.
Si spandeva per l’aria donandomi felici momenti.
Le mani si cercavano frementi nella penombra.
Appena di arancio colorata dal sol del tramonto.
Un lieve battito del tuo cuore rigonfio d’amore si
notava.
Dal leggero movimento della camicetta che si alzava.
Saliva e scendeva accompagnando il tuo petto.
Donando ai miei occhi gioiosi dolce diletto.
I capelli corvini fluttuavano e roteavano nel vento.
Anch’essi frusciando sembravano parlassero in ogni
momento.
Dicevano solo aspetta sono una ragazza romantica.
Timida paurosa d’esprimere il natural sentimento.
Non parlare ascolta il mio cuore che batte in maniera aritmica.
Non escono dalle mie labbra un suono né una parola.
È il corpo che
parla con ogni sua membra
È un amore convulso passionale, anche se non sembra.
I nostri corpi si uniscono in modo platonico.
Gioendo cerebralmente fra l’irruenza e l’armonico.
®© Mario Italo Fucile
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